Mi chiamo Maria Serena Colombo e sono la fondatrice di Maseco Jewels, brand di gioielli di manifattura artigianale nato nel 2020. Negli special “Inside The Gem” scopriremo insieme quali sono le gemme dedicate al mese corrente, con la loro provenienza, la storia e le curiosità su ognuna di esse.
Il mese di Giugno ha ben tre gemme dedicate: l’alessandrite, l’adularia o pietra di luna e la perla.
In questo approfondimento tratteremo la perla.
COME NASCE UNA PERLA
La perla è la gemma che preferisco perché risplende di luce propria e ha il potere di donare luce a chi la indossa.
Ritengo che le perle, oltre ad essere affascinanti, siano un dono meraviglioso della natura e le uso spessissimo nelle creazioni Maseco Jewels.
A differenza delle pietre o dei metalli preziosi che devono essere estratti dalla terra, le perle sono prodotte da un essere vivente, ovvero dalle ostriche, che vivono nelle profondità marine.
Le pietre preziose devono essere sottoposte a lavorazione (taglio, levigatura) per farne emergere la bellezza mentre le perle non subiscono processi complementari: nascono da questi molluschi con una naturale iridescenza, una lucentezza e una morbida luminosità intrinseca che nessun’altra gemma al mondo possiede.
PERLE NATURALI E PERLE COLTIVATE
Le perle che troviamo oggi in commercio non sono quasi mai rinvenute in molluschi selvatici, ma provengono tutte da coltura, tecnica ormai diffusa in tutto il mondo.
L’imprenditore Kokichi Mikimoto dedicò tutta la vita allo studio dei molluschi e al commercio delle perle e fu il primo a iniziarne la coltura in Giappone, nel 1888, imponendosi sul mercato.
I primi ad ottenere una perla coltivata di forma sferica furono, però, nel 1903, il carpentiere Tatsuhei Mise e nel 1907 lo zoologo Tokichi Nishikawa, impiegato presso il Ministero della Pesca. I due unirono la loro esperienza, perfezionando il metodo basato sull’inserimento nel mollusco di un nucleo sferico di madreperla e di un frammento di tessuto epiteliale, metodo tuttora usato, e lo brevettarono nel 1908.
PERLE DI TAHITI O PERLE NERE
Le perle di Tahiti sono tra le più preziose e sono anche le mie preferite per la loro gamma di colori e lustro.
L’ostrica che le produce è la Pinctada Margaritifera e vengono chiamate ”perle nere‘, anche se in realtà hanno un’ampia gamma di sfumature che vanno dal grigio al verde pavone, fino al blu e al viola melanzana.
Sono le uniche perle naturalmente “nere”, mentre le perle d’acqua dolce nere, in verità, sono tinte.
Tahiti è il principale centro di commercio per questo tipo di perle, che vengono coltivate nella Polinesia Francese, nelle Isole Cook e in rari casi in Giappone, Thailandia e nelle Filippine.
Ad oggi, i piccoli produttori indipendenti che si trovano su atolli distanti fra loro, si sono uniti in consorzi, rafforzando la loro capacità commerciale e di distribuzione; così facendo, hanno reso anche il loro prezzo più democratico.
Le perle di Tahiti sono disponibili in molte forme: a giro, semi rotonda, barocca e a goccia.
PERLE DEI MARI DEL SUD
Le caratteristiche delle perle dei mari del sud sono: l’intensità di colore, le dimensioni, la limitata area di coltivazione e il lungo periodo di crescita.
I loro colori vanno dal bianco all’oro intenso e sono apprezzate dal pubblico più esigente, dai collezionisti e dai designer di tutto il mondo e si trovano a forma di goccia, bottone o barocca.
Le ostriche con labbra argentate generano perle che vanno dal bianco all’argento sino al grigio/blu, mentre la varietà di ostriche dalle labbra dorate produce perle color crema, champagne o addirittura una nuance dorata molto preziosa, chiamata ‘24 carati’.
Questa tipologia di perle sono coltivate principalmente in Australia, Indonesia e in parte nelle Filippine.
Il mollusco che le genera è la Pinctada Maxima, la più grande ostrica perlacea di questi mari: un organismo delicato, sensibile alle malattie e allo stress, e per questo motivo la produzione di queste gemme è molto limitata.
Le ostriche selvatiche mescolate a quelle di allevamento sono, da anni, strettamente controllate da organizzazioni governative locali, per garantire la sicurezza dell’ecosistema delle aree marittime.
Il loro periodo di crescita è di circa 2-4 anni; il loro diametro va dai 9 ai 20 mm, con una media di 12/13 mm, ed in genere hanno uno spessore di madreperla consistente.
PERLE AKOYA
Le perle giapponesi Akoya sono sinonimo di lucentezza e perfezione.
Queste perle di acqua salata hanno prezzi più elevati rispetto a quelle di acqua dolce, in quanto più rare, e sono la terza perla più preziosa commercialmente prodotta dopo le perle di Tahiti e quelle dei Mari del Sud.
Il mollusco che le produce è l’ostrica Pinctada Fucata Martensii (il più piccolo mollusco perlaceo coltivato) e gli allevamenti si trovano principalmente in Giappone, ma anche in Cina e in Vietnam.
Tra le perle di acqua salata, le perle Akoya sono quelle prodotte in numero maggiore, anche se ogni ostrica non ne produce più di due.
Hanno un diametro medio di 7 mm, ma possono raggiungere anche i 10/11 mm. I colori vanno dal bianco al grigio, ma a volte si vedono toni di rosa, verde o argento; molto raro il colore blu con sfumature rosa-argento.
Sono sinonimo di eleganza e classicità, ma ben si adattano anche a gioielli dal design più moderno. Queste perle, inoltre, sono ideali da regalare alle spose il giorno delle nozze.
PERLE D’ACQUA DOLCE
Le perle d’acqua dolce o perle di fiume, sono le perle coltivate più diffuse al mondo per la loro gamma di colori, le svariate forme e il prezzo molto conveniente.
Sono molto apprezzate sia dai designer che dai clienti, che le indossano e le scelgono per anelli, bracciali, orecchini o collane originali.
Queste perle si distinguono per lucentezza, varietà di dimensioni, colori e forme, anche molto strane, che le rendono davvero inconfondibili.
Sono conosciute anche con il nome inglese “Freshwater”, prodotte dall’ostrica di fiume Hyriopsis Cumingii, principalmente in Cina. Dobbiamo ricordare che un’ostrica può produrre fino a 50 perle alla volta, anche se la produzione media è di 24-32 perle per ogni mollusco.
I colori pastello vanno dal bianco al crema, al rosa, pesca, lavanda, grigio azzurro; le dimensioni variano da 1-2 mm fino a superare i 15 mm. Le forme sono svariate: barocca, semi barocca, a goccia, bottone, ovale, semi rotonda e rotonda.
WABI SABI: ACCETTARE E CELEBRARE LE IMPERFEZIONI
Le perle di fiume sposano il pensiero di Maseco Jewels, che spinge a cercare la bellezza nelle “imperfezioni”, e che peraltro troviamo già nella visione del mondo giapponese chiamata Wabi-Sabi, fondata sull’accettazione della transitorietà e dell’imperfezione delle cose.
Wabi identifica oggi la semplicità rustica, la freschezza o il silenzio e può essere applicata sia ad oggetti naturali che artificiali. Può anche riferirsi a stranezze o difetti generatisi nel processo di costruzione, che aggiungono unicità ed eleganza all’oggetto.
Sabi, invece, è la bellezza o la serenità che accompagna l’avanzare dell’età, quando la vita degli oggetti e la loro impermanenza sono evidenziati dalla patina e dall’usura o da eventuali visibili riparazioni.
PERLE CORTEZ
Queste rare perle devono il loro nome al conquistatore Hernan Cortéz, che le scoprì nel 1533 nell’odierno golfo di California. Perle dai colori meravigliosi, divennero il prodotto di esportazione più importante della Nuova Spagna, superando il valore di oro e argento.
Vengono prodotte da due molluschi perliferi: la Pteria Sterna o “ostrica dalle labbra arcobaleno” e dalla Pinctada Mazatl antica, conosciuta come “ostrica di Panama dalle labbra nere”.
Ogni anno sono coltivate solo 4000 perle e solo il 30% della produzione risulta sferico; il resto sono perle mabè (emisferiche).
Le perle Cortez hanno notevoli dimensioni, tra gli 8 e i 14 mm; posseggono colorazioni opalescenti dai riflessi arcobaleno. La tinta di base è nera, bronzea e argentea con riflessi che vanno dal verde al blu, oro e viola. Si possono distinguere dalle perle di Tahiti per i colori iridescenti e le sfumature.
LE PERLE NELLA STORIA
Possiamo affermare che le perle siano le gemme più antiche, apprezzate e collezionate da più di 4000 anni.
Gli inizi della storia delle perle risalgono al 2300 A.C., dove antiche iscrizioni cinesi indicano che fossero gemme stimate, possedute da reali o date in dono ad essi. In India, antichi testi Indù affermano anche che fu il Dio Krishna a scoprire la prima perla, mentre nell’antico Egitto, la madreperla veniva usata a scopi decorativi fin dal 4000 a.C.
Nell’antica Roma, invece, erano un accessorio molto apprezzato e venivano indossate come simbolo di ricchezza e prestigio. Erano un vero e proprio status symbol, tanto che veniva proibito di indossarle a coloro che non ne erano degni.
Gli antichi Greci apprezzavano molto le perle, le utilizzavano in particolare nelle cerimonie nuziali, poiché si diceva che fossero di buon auspicio. Con l’ampia diffusione naturale di ostriche del Golfo Persico, anche le culture arabe hanno iniziato a dare un grande valore al loro commercio, tanto che vengono descritte nel Corano come uno dei più grandi tesori del Paradiso.
I popoli nativi americani amavano, invece, le perle d’acqua dolce che avevano scoperto e raccolto in laghi e fiumi.
I coloni dalla Spagna, Francia e Inghilterra trovarono che le tribù dei popoli nativi utilizzavano le perle nella gioielleria e nel commercio. Di fatto, l’immenso volume di perle raccolte nei fiumi, una volta scoperte dai conquistatori, divenne uno dei principali prodotti che i coloni portarono in Europa.
Come per le perle d’acqua dolce, le perle d’acqua salata vengono raccolte nei Caraibi e lungo le coste dell’America Centrale e Meridionale.
PERLE FAMOSE
PERLA PEREGRINA
È ad oggi uno dei gioielli più antichi, non solo per dimensioni (203 carati), ma anche per la perfetta forma a pera e il colore bianco brillante!
La perla peregrina fu trovata al largo della costa di Panama nel XVI secolo, consegnata a Filippo II di Spagna, che la regalò alla novella sposa, la regina Maria di Spagna. Ne entrarono in possesso dopo la regina Margherita e Giuseppe Bonaparte.
La perla peregrinò per l’Europa attraverso i secoli, passando nelle mani di numerosi reali L’imperatore Napoleone III, durante l’esilio in Inghilterra, vendette la perla al duca di Abercorn che la regalò alla moglie, la duchessa Louisa Hamilton.
Nel 1969, Richard Burton l’acquistò e la mise all’asta da Sotheby’s per 37,000 dollari.
Nel 1972 Liz Taylor commissionò la collana di rubini e diamanti a Cartier per incastonare la perla.
Alla sua morte, nel 2011, il gioiello fu venduto all’asta da Christie’s per raccogliere fondi per la Elizabeth Taylor AIDS Foundation. Valutata tra i 2 e i 3 milioni di dollari di valore, la vendita superò di gran lunga le aspettative quando fu comprata da un acquirente anonimo per la strabiliante cifra di 11 milioni di dollari, stabilendo un nuovo record storico!
PERLA ABERNATHY
Perla d’acqua dolce rotonda della dimensione di 12mm. Bill Abernathy, cercatore di perle, la trovò in un fiume scozzese nel 1967. Le è stato dato il nome di “Little Willie”, ed è stata esposta per circa 30 anni in una gioielleria nella città di Cairncross fino a quando, nel 1992, venne venduta per una somma mai rivelata.
PERLA ARCHO VALLEY
Questa perla barocca misura 575 carati (78x41x35mm), ed è una perla bianca con riflessi rosa e giallastri, ha più di 800 anni e si dice sia stata donata da Khubilai Khan, l’imperatore della Cina, a Marco Polo.
Nel 2007 è stata battuta ad un’asta in Abu Dhabi organizzata dalla Abu Dhabi Chamber of Commerce and Industry. Non si conoscono né l’attuale proprietario né il luogo geografico della perla.
PERLA GOGIBUS
Questa gemma a forma di pera ha il considerevole peso di 126 carati e fu scoperta nella prima metà del diciassettesimo secolo al largo delle Indie Occidentali. Si dice che Re Filippo IV acquistò questa perla nel 1620 da un mercante di nome Gogibus, che la indossava come un bottone sul berretto. Alla morte del re, si persero notizie della perla.
345 anni dopo la morte di Filippo IV, la Perla di Gogibus nel 2010, è stata messa in vendita su un rinomato sito di oggetti da collezione.
PERLA HOPE
Probabilmente è la più grande e più famosa perla naturale di acqua salata mai scoperta, la perla Hope, è una gemma incredibile con il suo peso di 450 carati. Ha una forma a goccia ed il suo colore varia dal bianco al verde-oro.
La perla deve il suo nome al suo proprietario, Henry Philip Hope, che diede il nome anche ad un famoso diamante.
La perla Hope attualmente è conservata al British Museum of Natural History di Londra.
PERLA HUERFANA
La Huerfana fu una delle gemme più belle appartenute alla Corona spagnola. Si dice che sia stata rinvenuta in un letto di conchiglie nel golfo di Panama e non in un’ostrica. Questa perla di straordinaria bellezza per dimensioni, forma e lucentezza, era di proprietà di Doña Isabel de Bobadilla, la prima governatrice donna di Cuba. Si dice che la Huerfana sia andata distrutta quando il palazzo spagnolo fu bruciato nel XVIII secolo.
PERLA CHARLES I
Questa famosa perla il cui destino ci è ignoto (distrutta, persa o nascosta) appartenne al re Carlo I.
Il pittore Anthony van Dyck (1599-1641) realizzò alcuni ritratti del re, molti dei quali mostrano una grande perla a goccia pendente dal suo orecchio sinistro; si narra che quando, nel 1649, Re Charles I fu decapitato, un’orda di spettatori si fece avanti per rubare la preziosa gemma.
PERLA CHARLES II
Come il suo predecessore, anche Re Charles II possedeva una notevole gemma, molto simile alla perla chiamata La Peregrina. Re Charles II l’aveva avuta in dono da Don Pedro De Aponte, nativo delle Canarie. La cronaca ci riporta che, l’incredibile perla di oltre 130 carati, venne distrutta in un incendio nel 1734.
PERLA GRESHAM
Durante il regno della regina Elisabetta, il principe mercante Thomas Gresham si diceva possedesse una grande perla naturale valutata 15,000 sterline.
Durante un brindisi a corte, per stupire l’ambasciatore spagnolo, frantumò la perla ingoiandola con un sorso di vino.
PERLA PELLEGRINA
La perla Pellegrina, da non confondere con la Peregrina, fu trovata al largo delle coste dell’America del Sud, faceva parte dei gioielli della Corona spagnola e raggiunse la Russia dalle Indie nel XVIII secolo. Anche di questa perla non si conosce chiaramente tutta la storia, ma la rivediamo nel 1987 nella famosa Casa d’Aste Christie, dove venne venduta all’incredibile somma di 463.800 dollari.