Mi chiamo Maria Serena Colombo e sono la fondatrice di Maseco Jewels, brand di gioielli di manifattura artigianale nato nel 2020. Negli special “Inside The Gem” scopriremo insieme quali sono le gemme dedicate al mese corrente, con la loro provenienza, la storia e le curiosità su ognuna di esse.
La gemma di luglio è il rubino.
RUBINO: UNA DELLE GEMME PIU’ PREZIOSE DEL MONDO
Considerato una delle più rare e preziose gemme al mondo, il rubino è secondo solo al diamante anche come durezza: 9 sulla scala di Mohs; l’elevata durezza ci indica la provenienza da depositi secondari di origine alluvionale dei giacimenti.
L’origine del rubino è descritta da molte leggende e i significati attribuiti a questa gemma, hanno radici nell’antichità e negli eventi storici.
Rubino deriva dal latino “ruber” (rosso) mentre in latino erano genericamente definite col termine “carbunculus” (piccolo carbone).Per gli antichi Greci, queste bellissime gemme di colore rosso intenso, che esposte al sole diventavano del colore dei carboni ardenti, erano “antrax” ovvero carbone vivo.
Per tutta l’antichità rubino, granato e spinello furono chiamate ‘rubini’ fino ai progressi della scienza gemmologica nel XVIII secolo.
I CORINDONI: RUBINI E ZAFFIRI E LE VARIE TONALITA’
Come lo zaffiro, il rubino è una varietà colorata del corindone, un cristallo di ossido di alluminio, che in sanscrito è “kuruvinda”. Il corindone produce gemme allocromatiche: ossia la quantità di elementi come cromo, ferro e titanio determinano il suo arcobaleno di colori.
Il rubino deve il suo rosso al cromo, mentre una tonalità marrone è data dalla presenza del ferro. Anche gli zaffiri possono presentare colorazioni rosse e arancio (come ad esempio lo zaffiro tramonto), ma queste tonalità non rientrano in quelle assegnate al rosso rubino, la cui tonalità ritenuta più pregiata viene chiamata ”sangue di piccione”.
Riassumendo, i rossi del corindone sono detti rubini mentre quelli di altri colori sono chiamati “zaffiro”. Anche il rubino, però, è rosso solo per l´80%: per il restante mostra tonalità arancio, rosa acceso, lilla e violetto.
COME SI VALUTA UN RUBINO?
La classificazione del rubino avviene tramite le quattro caratteristiche come per il diamante: purezza, colore, taglio e peso.
Le gemme perfettamente trasparenti sono molto rare, e questo è dovuto alla presenza del cromo che ne determina anche le inclusioni. Esse possono essere invisibili ad occhio nudo ma caratterizzano l’effetto seta, distribuendone delicatamente la luce.
Per osservare al meglio le gemme rosse si devono esporre alla luce naturale o ad una luce bianca, che farà scaturire tutta la loro fluorescenza.
Gli esemplari più limpidi di rubini vengono tagliati sfaccettati, quelli meno trasparenti – invece – vengono tagliati cabochon. Ci sono poi rubini che contengono aghi di rutilo che, colpiti dalla luce, creano piacevoli effetti a stella o ad occhio di gatto, ed in questo caso vengono tagliati cabochon.
LA STORIA DEL RUBINO E DOVE VIENE ESTRATTO
La fonte più antica di estrazione del rubino è lo Sri Lanka: già Greci e Romani, che ai loro tempi chiamavano questa isola ‘Taprobane’, conoscevano e usavano i suoi rubini a partire dal 480 a.C.
In Sri Lanka, i rubini si trovano nella parte sudoccidentale dell’isola. Le pietre estratte da questi giacimenti alluvionali hanno un colore che va dal rosso chiaro al rosso lampone.
Ma non è in Sri Lanka che nascono i rubini: l’origine classica di queste gemme è la Birmania, precisamente la Mogok Valley, zona centro-settentrionale del Paese (oggi vengono estratti rubini anche nella zona nord-orientale).
In Birmania si possono trovare rubini pregiatissimi e rarissimi, trasparenti e di colore classico. La Birmania è così legata all’estrazione e al valore di queste gemme che definiva i propri re antichi “Signori dei Rubini”.
SRI LANKA E BIRMANIA: LE PIU’ GRANDI STORIE SUI RUBINI
Già nel XV secolo diversi mercanti di gioielli descrivevano la varietà e la diffusione della gemma in quei territori. Lo spettacolo connesso ai rubini che più entusiasmava ed attraeva questi mercanti, era quello visibile alla corte dell’imperatore Moghul Aurangzeb: egli aveva un enorme trono con un pavone sul baldacchino che, al posto del cuore, aveva incastonato un rubino di eccezionale bellezza e grandezza.
Molti altri re hanno seguito l’esempio dell’imperatore birmano. Un commerciante di gemme del XVII secolo raccontò di aver ammirato, in uno dei suoi viaggi in India, un rubino cabochon di straordinaria bellezza e caratura pari a 17,5 ct, gelosamente custodito dal Re di Bijapur.
Miniere di Rubini si trovano anche in Afghanistan, Cambogia, Cina, India, Kenya, Madagascar, Mozambico, Pakistan, Tanzania, Thailandia e Vietnam, a cui dobbiamo aggiungere Svizzera, Norvegia e Groenlandia.
I rubini thailandesi hanno in genere una sfumatura brunastra o violacea, si estraggono dalle ghiaie argillose a sud est di Bangkok in pozzi profondi fino a 8 metri. In Tanzania, nella regione nordorientale del paese, si trovano rubini con un colore che va dal viola al rosso – bruno.
RUBINI DELLA GROENLANDIA: SONO LORO I PIU’ ANTICHI DI TUTTI
Ma qui arriva la sorpresa: sono di recente scoperta i rubini più antichi del pianeta, celati sotto i ghiacci della Groenlandia: nella miniera di Appaluttoq, i rubini si sono formati 3 miliardi di anni fa all’interno di una delle formazioni rocciose più antiche della Terra! Questa miniera è un sito di estrazione in attività dal 2017.
La società Greenland Ruby – dalla quale ci riforniamo anche noi di Maseco Jewels – ha ricevuto la concessione per l’attività della miniera dal governo locale e dichiara che:
Ogni rubino viene estratto, tagliato e levigato nel rispetto dei principi etici e dei diritti umani e sociali, nonché in conformità con le normative sull’ambiente e le pratiche responsabili’.
La Greenland Ruby è membro del Responsible Jewelry Council e garantisce il massimo livello di trasparenza di tutto il processo estrattivo e di lavorazione, svolto avvalendosi delle pratiche più responsabili del settore.
RUBINO: MITI, LEGGENDE E COSA RAPPRESENTA
La pietra di nascita del mese di luglio, famoso agli indiani come “ratnaraj”, re delle gemme, rappresenta la passione, l´amore e il romanticismo ed è da sempre il protagonista di miti e leggende.
Gli antichi Indiani credevano che il rubino possedesse un fuoco al suo interno che avrebbe avuto il potere di garantire una lunga vita e lo utilizzavano come talismano per infondere linfa vitale e immortalità.
Nel Medioevo si credeva avesse poteri divinatori e che il suo colore si oscurasse in vista di disgrazie e catastrofi imminenti; era inoltre ritenuto un amuleto di buona sorte e altamente protettivo.
Usati dagli abitanti della Birmania come talismani contro le malattie, la cattiva sorte e le ferite, i rubini erano noti un tempo come “gocce di sangue sgorgate dal cuore della madre terra”.
Nell’Ottocento, il filosofo – scrittore – saggista e poeta Ralph Waldo Emerson descrisse, in una poesia, il rubino come “gocce gelate di vino che scorre di Eden dal tino” e “cuori di amici, ad amici sconosciuti”.
Nei testi puranici si narra che il Dio Sole Surya rubò il sangue di Bala, un demone dotato di grandi poteri, e fuggì vagando per i cieli e rivestendoli del suo splendore. Il re dell’isola di Sri Lanka, Ravana, decise però di placare il volo del dio, poiché geloso della sua magnificenza. In un primo momento, Surya sembrò spaventato e lasciò cadere il sangue del demone, che si depositò sul fondo di una distesa d’acqua nella regione di Bhararta. In poco tempo, le rive dell’acqua si riempirono di splendide pietre preziose dal colore rosso acceso e penetrante, luminose e potenti proprio come Surya.
L’antica conoscenza di questa gemma è dimostrata anche dal fatto che molti altri testi e personaggi hanno dedicato parole di ammirazione alla pietra rossa per eccellenza. Probabilmente non esistono popoli o civiltà che non siano stati attratti da questa gemma preziosa e affascinante e anche i più potenti e temuti sono stati conquistati dal rubino e dalle sue leggende.
MALEDIZIONI E RUBINI FINTI: CURIOSITA’ DALL’ANTICHITA’
Anche i popoli germanici non sono stati immuni al fascino del rubino. La leggenda narra, infatti, che il celeberrimo eroe della mitologia germanica, il potente Sigfrido, sconfisse i Nibelunghi con la sua spada Burgundi, un’arma magnifica con l’impugnatura tempestata di rubini rossi e lucenti. Il rubino simboleggiò quindi la vittoria e la vita, il potere e la longevità.
Molte altre leggende circondano queste misteriose ed affascinanti gemme, come quella del famoso rubino incastonato nel 1346 sulla corona di Carlo IV, la corona di San Venceslao, ora conservata a Praga, che venne commissionata da re Carlo per la sua incoronazione e divenne corona di stato per futuri sovrani.
La corona di San Venceslao è ornata da perle e zaffiri e da un rubino centrale di notevole caratura, considerato talmente potente da portare con sé una maledizione: si narra, infatti, che chiunque indossi la corona senza essere il legittimo erede al trono muoia di morte violenta entro l’anno.
Realtà o superstizione? Sta di fatto che il protettore nazista Reinhard Heydrich, che durante la Seconda Guerra Mondiale volle provarsi la corona nella cattedrale di San Vito, morì meno di un anno dopo ucciso da una granata.
LA REGINA CHE CREDEVA DI AVERE UN RUBINO, MA ERA UNO SPINELLO
Un altro rubino reale molto noto al mondo è quello del Principe Nero, ora incastonato nella corona inglese. Il rubino venne sottratto ad un re arabo da Pietro di Castiglia, che lo donò al suo alleato Edoardo di Galles, erede d’Inghilterra, meglio noto come Principe Nero.
Il suddetto rubino venne incastonato nella corona inglese nel 1660 e in seguito inserito in una croce di Malta per l’incoronazione della Regina Vittoria. La bellezza della corona e della gemma è innegabile, ma il famoso rubino non è altro che uno spinello di colore rosso-arancio! Come vi abbiamo menzionato prima, infatti, in antichità tutte le gemme rosse venivano identificate come rubini.
PROPRIETA’ E BENEFICI DEL RUBINO
Considerato simbolo di nobiltà e dispensatore di virtù, il rubino la pietra della vitalità e, secondo alcune filosofie orientali, stimola il primo chakra e aumenta l’energia vitale (non potrebbe essere altrimenti per una pietra che, anticamente, era attribuita al sole).
Simbolo di entusiasmo, gioia di vivere, allegria e libertà, il rubino non è solo emblema dell’amore e dell’ardore, di forza ma anche di salute nel mondo fisico, passione e azione in quello astrale, di felicità, fede, fortuna, purezza, simpatia, tranquillità.
La medicina antica considera il rubino un antiemorragico e un mezzo per preservare la memoria. Dona gioia e coraggio. La gemma rossa viene consigliata a chi soffre di pressione bassa e chi deve migliorare la qualità del sonno e dell’appetito.
Si dice che il rubino schiarisca le idee, aumenti la concentrazione e l’autostima in chi indossa la gemma. Inoltre, il rubino potenzia il piacere sessuale. Dato che è una pietra che riscalda l’organismo, non va mai usato in caso di febbre.
PERCHÉ INDOSSARE UN RUBINO?
Indossare un rubino significa mostrare al mondo la propria autorevolezza e dare a se stessi la possibilità di lasciar emergere tutte le nostre migliori qualità.
E’ perfetto come anello di fidanzamento se si vuole trasmettere amore e passione, vitalità e giovinezza: José Antonio Baston, ad esempio, regalò alla sua futura sposa, l’attrice Eva Longoria di Desperate Housewives, un meraviglioso rubino circondato da brillanti.
La Regina Elisabetta II nel 1947, in occasione del matrimonio con il Principe Filippo, ricevette in dono dal popolo birmano 96 rubini: tante pietre quante le possibili malattie che possono colpire il corpo umano. Un bellissimo gesto in segno di protezione, che sembra abbia decisamente funzionato! Nel 1973, la Regina commissionò ai gioiellieri di corte Garrard & Co. un diadema, che resta uno dei pezzi più sontuosi della collezione reale ed è conosciuto come la “tiara burmese di rubini”.
Ricordiamo anche la collana appartenuta a Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli: appassionata di arte e gioielli, amava una collana acquistata nel 1955 dalla Maison indiana Gem Palace, che si trova a Jaipur. Scrisse Valentino:
Quando non sapeva cosa indossare, (Marella) sceglieva un abito qualsiasi come accessorio e lo accompagnava alla collana.
Recentemente, i proprietari di Gem Palace, all’ottava discendenza, hanno creato due gioielli ispirati alla collana realizzata per Marella Agnelli, considerata un’icona di stile.
FESTIVAL DI CANNES ED OSCAR: RUBINI D’ECCEZIONE
Al Festival di Cannes abbiamo visto sfilare i rubini più belli: nel 2015 Jane Fonda indossava il collier Reine Makèda di Cartier, punteggiato di diamanti e rubini con al centro una gemma del Mozambico; nel 2019 Amber Heard ha indossato un paio di orecchini e diamanti firmati De Grisogono, eleganti e raffinatissimi.
Anche sul red carpet degli Oscar non sono da meno: nel 2015 Gwyneth Paltrow indossò stupendi e ricercati orecchini di Anna Hu Fire Phoenix.
Per la collezione Red Carpet 2019, Chopard crea una magnifica collana in oro bianco etico 18 carati, certificato Fairmined (che possediamo anche noi di Maseco Jewels), con rubini di forma ovale incastonati per un totale di 112,5 carati e diamanti taglio brillante (13,7 carati): che avvolge il decolté formando un cuore.
Interamente realizzata in rubini, oro bianco e diamanti dalle forme floreali è la collezione Atelier Vento di Pasquale Bruni.
Anche Van Cleef & Arpels hanno una collezione di pezzi unici sorprendenti!
RUBINI FAMOSI
SUNRISE RUBY
Il rubino più costoso del mondo, il Sunrise Ruby, è anche la pietra preziosa più costosa del mondo oltre a un diamante. Questa preziosa pietra preziosa fa la sua origine in Myanmar.
Sunrise Ruby pesa 5.1 g o 25.59-carat. Il rubino è stato incastonato tra diamanti esagonali per creare un gioiello squisitamente bello. La combinazione ben bilanciata di oligoelementi nel rubino conferisce alla gemma il suo bel colore rosso sangue “piccione”. Il rubino è stato acquistato da un acquirente anonimo in 2015 durante un evento dell’asta a Ginevra. Il rubino è stato venduto per un record di $ 30.42 milioni durante l’asta. Il rubino più caro al mondo proviene dalla Birmania ed è stato venduto nel 2015 a un’asta Sotheby’s alla cifra record di 30 milioni di dollari.
IL DELONG STAR RUBY
Prendendo il nome dal suo proprietario, Edith Haggin DeLong, questa gemma preziosa è stata scoperta in Birmania negli 1930. È un rubino cabochon con una forma ovale. La gemma pesa 20.064 g o 100.32-carat. In 1937, il proprietario della gemma lo ha donato all’American Museum of Natural History (AMNH). Questa gemma è stata una delle gemme preziose che sono state rubate durante un famigerato furto condotto da JR Murphy e dai suoi complici in 1964.
Anche se alcune delle pietre preziose rubate durante questa rapina sono state recuperate, è stato necessario pagare una somma di riscatto per riavere il Rubino DeLong Star. L’importo è stato pagato da un ricco uomo d’affari della Florida.
IL RUBINO DI MEZZANOTTE
Un altro famoso rubino, la Midnight Star, fa anche parte della collezione dell’AMNH. Il rubino è stato scoperto in Sri Lanka e JP Morgan lo ha poi donato al museo. Questo rubino stella pesa 116.75-carati e ha un colore rosso violaceo intenso. La Midnight Star è stata anche una delle gemme preziose rubate durante la rapina di gioielli 1964 dell’AMNH di JR Murphy. La pietra preziosa fu, tuttavia, recuperata da Miami e restituita alla sicurezza del museo.
IL RUBINO DI NEELANJALI
Il carillon 1,370 Neelanjali Ruby detiene il record di essere il più grande rubino al mondo con una doppia stella. La preziosa pietra preziosa fu venerata per secoli da una famiglia in India che la possedeva e si credeva che rappresentasse il lingam del Dio indù Shiva. I proprietari del rubino sono discendenti dei sovrani del famoso impero indiano Vijayanagara. Secondo i rapporti, il Neelanjali Ruby è attualmente al sicuro a Bangalore, in India.
ROSSER REEVES RUBY
Uno dei rubini più belli e grandi al mondo, il Rosser Reeves Ruby fa risalire la sua origine allo Sri Lanka. Il rubino è noto per il motivo a stella prominente e il colore attraente. Il rubino è stato donato allo Smithsonian in 1965 da Rosser Reeves, un magnate della pubblicità, da cui prende il nome la pietra preziosa. Il rubino pesa 27.74 g o 138.7 carati.
IL PRINCIPE DELLA BIRMANIA
Il Prince of Burma è un grosso rubino non tagliato che pesa 190 g (circa 950 carati). Esiste nella forma cristallizzata su un deposito di marmo. Il Principe della Birmania è stato scoperto nella miniera di Dattaw in Myanmar in 1996. Nonostante non sia stata sottoposta a trattamento termico, la gemma ha un colore rosso sangue piccione. Se una gemma viene tagliata da questo pezzo di pietra non tagliata, potrebbe risultare in un rubino che pesa i carati 300, rendendolo uno dei più grandi pezzi di rubini tagliati al mondo.
Tuttavia, a causa del valore sentimentale associato a questa gemma, non è noto che al momento esistano piani per processarlo. Secondo i rapporti, il Principe della Birmania è attualmente di proprietà di un commerciante di pietre preziose tedesco.
LIBERTY BELL RUBY
Il più grande rubino estratto al mondo, il Liberty Bell Ruby, è stato scoperto negli 1950 dell’Africa orientale. Sfortunatamente, il Liberty Bell Ruby è stato rubato durante una rapina di gioielli in 2014 ed è ancora da recuperare.